Opera comica in due atti di Domenico Cimarosa, su libretto di Giovanni Bertati.
Composta nel 1792 a Vienna, fu rappresentata per la prima volta il 7 febbraio
dello stesso anno presso il teatro di corte. La prima esecuzione in Italia ebbe
luogo a Monza nel dicembre del 1792. Trama: il ricco commerciante Geronimo vive
con le due figlie Elisetta e Carolina, con la sorella vedova Fidalma e con
Paolino, commesso del suo negozio. Paolino e Carolina sono, da tempo,
segretamente sposati e non osano rivelare a Geronimo la loro condizione,
poiché il massimo desiderio del padre della ragazza è quello di
procurare alle figlie mariti nobili. Sperando di ammansire Geronimo, Paolino
chiede all'amico Robinson, un inglese titolato, ma povero e a caccia di dote, di
fare la corte a Elisetta, sorella maggiore di Carolina. Paolino spera di trarre
vantaggio dalla situazione: si ripromette cioè di svelare il suo
matrimonio segreto ottenendo indulgenza. Ma il conte Robinson, introdotto in
casa di Geronimo, vuole sposare Carolina anziché Elisetta, rinunciando
anche a metà della dote. Paolino chiede quindi aiuto a Fidalma,
affinché lo aiuti a districarsi dalla difficile situazione. Ma Fidalma
che, da tempo, è segretamente innamorata del giovane Paolino, interpreta
la richiesta di colloquio da parte del giovane come una dichiarazione d'amore e
senza indugio si dichiara sua sposa. La situazione si fa sempre più
intricata; Paolino e Carolina pensano di porvi rimedio con la fuga, ma Elisetta,
gelosa, crede che il conte Robinson si sia introdotto nella stanza della sorella
e dà l'allarme. Scoperti, Paolino e Carolina devono confessare il loro
stato. Geronimo finisce per concedere il perdono ai due giovani e il conte
Robinson si rassegna a sposare Elisetta. Tra le pagine più belle
dell'opera si ricordano: l'
ouverture, il duetto Carolina-Paolino
Cara
non dubitar, il quartetto
Sento in petto, il duetto Geronimo-Robinson
Se fiato in corpo avete, l'aria di Paolino
Pria che spunti in ciel
l'aurora.